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Le giornate si rincorrono tutte uguali, alla ricerca spasmodica di quell'illusione chiamata felicità.
I momenti si alternano tra un affitto da pagare, un bambino da pulire, una tassa in scadenza, la benzina da fare, il collega di turno da sopportare, un acciacco improvviso, il tutto condito da quella voglia latente di essere felici.
Che colore avrà la felicità? Sarà un idea, un brivido, che cosa?
Dove starà di casa la felicità?
Ci sarà una strada breve per raggiungerla? O dovremo dotarci di un navigatore celeste?
Si parte tutti con questo carico di dubbi, ognuno con la propria ricetta personale ed infallibile.
Nessuno però può dimostrare di avere trovato la strada giusta, perché un ombra di perplessità ci segue sempre, costantemente.
Dove sarai benedetta felicità?
Qualcuno forse ti custodisce lontano da noi, qualcuno non mette a disposizione la mappa segreta, e noi combattiamo ogni giorno inseguendo quella gioia che ti appartiene, e che vorremo fare nostra.
Notte e giorno si susseguono, e noi sempre qui cercando d'individuare la pozione magica, sperando che sia il genio uscito dalla lampada dei nostri desideri ad indicarci la risoluzione dell'enigma.
E poi si fa nuovamente sera.
E ancora una volta non è successo nulla. Eppure ieri pensavo di averti trovata, e poi, è bastato un evento negativo, un soffio di vento contrario, e mi sono ritrovato nuovamente ad inseguire l'isola che non c'è.
E allora dove sarà questa felicità se abbiamo ribaltato il mondo, inseguito chimere, corso nel buio e non l'abbiamo trovata mai disponibile?
Mi fermo, prendo fiato, mi rilasso, rifletto, e decido di non cercare più nulla.
La felicità non sarà mai da nessuna parte, perché fuori di noi la felicità, non esiste.
Non la si può comprare, non la si può chiedere in prestito, non la si può ricevere da nessuno.
No, non la troveremo mai la felicità, perché è una condizione che ci portiamo dentro. La fuori nessun rifugio, nessun luogo incantato , nessun individuo per quanto buono e generoso possa essere, potrà regalarci quel dono che è già presente in ogni essere vivente.
Magari assopita, bistrattata, delusa, nascosta, ma la nostra felicità aspetta solo un nostro piccolo cenno di gratitudine per potersi manifestare.
Gratitudine, si, per il semplice fatto d'esistere.
Ognuno può e deve beneficiare della propria porzione di felicità, e sarà sempre deluso rincorrendola al di fuori di se stesso.
E allora cara felicità, apro gli occhi e ti porto con me, e da questo momento ogni qualvolta sentirò l'amarezza prendere il sopravvento, mi guarderò dentro e cercherò la tua mano calda e rassicurante.
E saremo, finalmente, complici.
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