oppure digitando,sul motore di ricerca Google "La goccia e il filosofo". Vi compariranno diversi siti che propongono il testo
Se volete, direttamente nelle librerie, il libro va prenotato.
Tutte le librerie possono prenotarvi il libro. Se il libraio di turno è pigro, richiedete la prenotazione. A loro basta un click, ed è il loro lavoro. Alcune però sono convenzionate, ed è solitamente più facile richiederlo o averlo in tempi più celeri.
Un film che rappresenta bene il disagio giovanile, in questo caso ambientato nelle banlieu parigine. Un giovane Vincent Cassell è il protagonista di questa storia di violenza di quartiere, lotta tra poveri, battaglie della noia e del degrado. Esseri umani accatastati in quartieri dormitorio senz'anima e senza sogni.
L'altra faccia della medaglia del nostro sistema ovattato...
Essere un reazionario, colui che persegue un obiettivo nobile, non significa essere un prepotente, un violento. Le vere battaglie sono di pensiero, di cultura, di cuore.
Uno scatto del 1960, con l'arcivescovo di Palermo Ernesto Ruffini e un giovane Pino Puglisi
Nasce il 15 settembre1937 a Brancaccio, quartiere periferico di Palermo, da una famiglia modesta (il padre calzolaio, la madre sarta).
A 16 anni, nel 1953 entra nel seminario palermitano da dove ne uscirà prete il 2 luglio1960ordinato dal cardinaleErnesto Ruffini
e durante quegli anni diventa amico di Carlo Pelliccetti e Davide
Denensi che gli stanno vicino e lo aiutano fino al giorno in cui Davide
Denesi si trasferisce in Svizzera.
Nel 1961
viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del Santissimo
Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e
successivamente rettore della Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Nel 1963 è nominato cappellano presso l'orfanotrofio Roosevelt
e vicario presso la parrocchia Maria Santissima Assunta a Valdesi,
borgata marinara di Palermo. È in questi anni che Padre Puglisi comincia
a maturare la sua attività educativa rivolta particolarmente ai
giovani.
Il 1º ottobre1970 viene nominato parroco a Godrano
un paesino della provincia palermitana che in quegli anni è interessato
da una feroce lotta tra due famiglie mafiose. L'opera di
evangelizzazione del prete riesce a far riconciliare le due famiglie.
Rimarrà parroco a Godrano fino al 31 luglio1978.
Dal 1978 al 1990
riveste diversi incarichi: pro-rettore del seminario minore di Palermo,
direttore del Centro diocesano vocazioni, responsabile del Centro
regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale, docente di
matematica e di religione presso varie scuole, animatore presso diverse
realtà e movimenti tra i quali l'Azione cattolica, e la Fuci.
Il 29 settembre1990 viene nominato parroco a San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, controllato dalla criminalità organizzata attraverso i fratelli Graviano, capi-mafia legati alla famiglia del boss Leoluca Bagarella: qui inizia la lotta antimafia di Don Pino Puglisi.
Egli non tenta di portare sulla giusta via coloro che sono gia' entrati
nel vortice della mafia ma cerca di non farvi entrare i bambini che
vivono per strada e che considerano i mafiosi degli idoli, persone che
si fanno rispettare. Egli infatti attraverso attivita' e giochi fa
capire loro che si può ottenere rispetto dagli altri anche senza essere
criminali, semplicemente per le proprie idee e i propri valori. Si
rivolge spesso ai mafiosi durante le sue omelie, a volte svolte sul
sagrato della chiesa.[2]
Don Puglisi tolse dalla strada ragazzi e bambini che senza il suo aiuto
avrebbero iniziato con piccole rapine per poi arrivare allo spaccio. Il
fatto che lui togliesse giovani alla mafia diede molto fastidio ai boss
che lo consideravano un ostacolo, così decisero di farlo fuori dopo una
lunga serie di minacce di morte di cui don Pino non parlò con nessuno.
Nel 1992 viene nominato direttore spirituale presso il seminario arcivescovile di Palermo.
Il 29 gennaio1993 inaugura a Brancaccio il centro Padre Nostro per la promozione umana e la evangelizzazione.
Il 15 settembre1993, il giorno del suo 56º compleanno viene ucciso dalla mafia, davanti al portone di casa[3] intorno alle 22 nella zona est di Palermo, in piazza Anita Garibaldi.
Sulla base delle ricostruzioni, don Pino era a bordo della sua Fiat Uno
di colore bianco e, sceso dall' automobile, si era avvicinato al portone
della sua abitazione. Qualcuno l' ha chiamato, lui s' è voltato mentre
qualcun altro gli è scivolato alle spalle e gli ha esploso uno o più
colpi alla nuca. Una vera e propria esecuzione mafiosa. I funerali si
svolsero il 17 settembre1993[4]. Il 2 giugno qualcuno mura il portone del centro "Padre Nostro" con dei calcinacci, lasciandone gli attrezzi vicino alla porta.
Il 19 giugno1997
viene arrestato a Palermo il latitante Salvatore Grigoli, accusato di
diversi omicidi tra cui quello di don Pino Puglisi. Poco dopo l'arresto
Grigoli comincia a collaborare con la giustizia, confessando 46 omicidi
tra cui quello di don Puglisi. Grigoli, che era insieme a un altro
killer, Gaspare Spatuzza,
gli sparò un colpo alla nuca. Dopo l'arresto egli sembra intraprendere
un cammino di pentimento e conversione. Lui stesso ha raccontato le
ultime parole di don Pino prima di essere ucciso: un sorriso e poi un
criptico "me lo aspettavo"[5]. Condannato a 16 anni dalla Corte d'Assise di Palermo, è stato scarcerato nel 2000 dopo aver scontato una pena effettiva inferiore a due anni di reclusione.
Mandanti dell'omicidio furono i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, arrestati il 26 gennaio1994. Giuseppe Graviano viene condannato all'ergastolo per l'uccisione di don Puglisi il 5 ottobre1999. Il fratello Filippo, dopo l'assoluzione in primo grado, viene condannato in appello all'ergastolo il 19 febbraio2001.
Condannati all'ergastolo dalla Corte d'assise di Palermo anche Gaspare
Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, gli altri
componenti del commando che aspettò sotto casa il prete[6].
Sulla sua tomba, nel Cimitero di Sant'Orsola a Palermo, sono scolpite le parole del Vangelo di Giovanni: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13).
Il 15 settembre2003, per la commemorazione del X anniversario del martirio di Padre Pino Puglisi, le poste italiane hanno concesso due annulli speciali all'ufficio postale di Godrano e all'ufficio postale Palermo 48. Quest'ultimo porta il ricordo del centro Padre Nostro, mentre quello godranese riporta la frase "Si, ma verso dove?", motto preferito da padre Pino[7].
A don Pino sono intitolate diverse scuole, una delle quali a Palermo, e il premio letterario "Ricordare Padre Pino Puglisi" istituito nel 2011 dal Centro Padre Nostro fondato da don Pino Puglisi il 16 luglio 1991.
Don Giuseppe Puglisi è ricordato ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera,
la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il
lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
...questo brano è tratto da un famoso film francese "L'odio" ( che probabilmente pubblicherò nella sezione Cinematografo), sul degrado dei quartieri periferici parigini. L'idea della metropoli francese, arte e bella vita, si scontra con l'altra faccia della medaglia, quella dei sobborghi, le tanto malfamate "banlieu", dove la vita è piuttosto difficile, e dove forse è molto comodo tenere le classi meno abbienti, lontane dai lustrini della bella vita mondana.
Ciao
a tutti, vorrei informarvi che Sabato 3 e Domenica 4 Marzo in quel di
Modena si terrà BUK, la fiera della piccola e media editoria. Io ci
sarò molto probabilmente nella giornata di Sabato 3 Marzo. Per chi
volesse partecipare, la fiera si terrà presso il Foro Boario, che si
trova in Via Bono da Nonantola 2. Vi si accede da Viale Berengario. Alle spalle del Foro Boario vi è un ampio parcheggio. Gli orari di apertura di "BUK" sono i seguenti: Sabato 3 e Domenica 4 marzo dalle 09.30 alle 19.30. Lo stand Kimerik è il Nr. 90 SALA ROSA . Un abbraccio
La grandezza è sempre nelle piccole cose. La famosa "mano de Dios" che fece impazzire gli argentini e il mondo intero ai mondiali del 1986, è diventata una canzone famosissima in tutto il sud America. Un uomo che ha affrontato momenti difficili, sul palco canta se stesso, le sue emozioni, le sue debolezze, il suo genio. Toccante il momento in cui chiama la figlia sul palco ( distinguibile il labiale " por favor" )
Diego Armando Maradona, un grande rivoluzionario, sul campo, nel pensiero, certo, anche nelle regole. Un uomo che ha commesso errori, tanti, ammettendoli. Pubblicherò presto il film di Kusturica, vera autobiografia di quello che probabilmente è il più grande calciatore di tutti i tempi ( ok, Pelè, Cruyff, Messi qualcuno dirà).
Video a mio parere emozionante.
Cari
amici, diversi argomenti sono trattati all'interno del libro. Uno dei
principali, è il rapporto tra padre e figli, due generazioni a
confronto, due modi di pensare, due modi d'intendere la vita e i
sentimenti. La goccia e il filosofo potrebbe essere, per esempio, il
dono/regalo al vostro papà per la festa del 19 Marzo. Considerati i
tempi di consegna non propriamente celeri, affrettatevi ad ordinarlo
nella vostra libreria di fiducia, o più semplicemente, clikkando nelle
librerie on line. Grazie :) Un abbraccio a tutti voi...
Ho sempre fatto fatica ad accettare quelli che si indignavano al grido "dove sono finiti quelli che dicevano" che la tal cosa era giusta o sbagliata. Quelli che l'avevano detto in tempi non sospetti, quelli che se si fosse fatto come dicevano loro, le cose sarebbero andate meglio. Quelli che tutto sanno, ma non muovono mai un dito.
Mi sembra positivo proporre delle soluzioni, denunciare le malefatte, anche indignarsi, accompagnati però da spirito costruttivo.
Ma quelli che arrivano sempre dopo, quelli che l'avevano detto, gli eroi che escono dal bunker finita la guerra e gonfiano il petto, sono i più indigesti.
Forse la cosa infastidisce tanto, "mi" infastidisce tanto, perché anche io sono caduto probabilmente in questa trappola. Ho senz'altro giudicato, mi sono macchiato come tanti, perché dire "tutti" mi pare troppo. Però vorrei uscirne, vorrei fare il mea culpa accompagnato da un bel punto zero, da un nuovo punto di partenza.
Vorrei pensare che abbiamo fatto quello che ci siamo meritati, quello che abbiamo potuto, anche sbagliando, e che è inutile adesso stare a sottolineare che " io l'avevo detto", e quelli dall'altra parte sono tutti dei fessi e dei disonesti.
Siamo sempre quelli da questa parte e quelli dall'altra parte, contemporaneamente. Siamo vittime e carnefici, siamo noi, umani.
Mi piace pensare che la consapevolezza onesta e sincera del nostro limite ci porti ad affrontare le situazioni con una solidarietà che mi pare essere la lacuna più grande di questo sistema.
Mi piace pensare che possiamo e dobbiamo riavvicinarci....
Cari amici, nel mio libro "La goccia e il filosofo", in maniera molto semplice ho voluto affrontare un argomento relativo alle ingiustizie percepite, e alla necessità di decidere se accettare le cose come stanno ( perché è sempre stato così), oppure fare qualcosa, reagire, piccoli gesti che sono l'inizio di grande imprese.
In merito all'argomento "conoscere il problema e reagire", voglio proporvi questo articolo molto interessante che tratta l'argomento " banche " e la grande disinformazione ed ignoranza che circonda questo mondo, consentitemi l'eufemismo, viziato.
Dopo aver letto questo articolo sono sicuro che alcuni di voi si chiederanno: " Molti personaggi che governano i paesi, stanno facendo gli interessi....DI CHI? "
Vi lascio questo pensiero di Henry Ford, dopo di che, tratto da leonardo.it (articolo di Pierluigi Paoletti, analista finanziario), godetevi questa lettura e fate tutte le riflessioni del caso, liberamente.
“Meno
male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario,
perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una
rivoluzione”.
( Henry Ford )
Posso solo dirvi che a me personalmente è venuta una grande rabbia.
Il debito pubblico, questo argomento di cui tanto si parla, ma pochi capiscono effettivamente cosa sia. Volete saperne di più? Leggete attentamente l'articolo riportato da nocensura.com, e guardate poi il video esplicativo.
Buenos Aires -
Sono passati solo nove anni da quando l’Argentina è passata alla storia
del 2001 come un Paese instabile, povero e sull’orlo del baratro,
eppure, oggi la situazione è totalmente cambiata, il Paese è in crescita
da un punto di vista economico, ma anche culturale e socio-politico.
Nel
2001, Fernando de la Rùa, l’ultimo Presidente neoliberale, si dimise
dalla carica di Stato, per la crisi finanziaria che colpì l’Argentina,
fuggendo in elicottero dal Paese per evitare il linciaggio, dopo aver
dato l’ordine di sparare sulla folla in Plaza del Mayo, uccidendo una
quarantina di persone.
Per
quanto questa deriva sia iniziata anni prima, a Rùa va “il merito” di
aver dato al Paese la spinta finale verso il baratro, avendo lui
svenduto l’Argentina ai privati, principalmente stranieri, seguendo le
spinte del Fondo Monetario Internazionale.
Il
Presidente ruppe il patto con le classi medie, intervenendo
direttamente sul portafogli dei cittadini con il “corallito”, il blocco
dei conti correnti bancari. A questa intrusione dello Stato
nell’economia dei privati, si è aggiunta, nei decenni di dittatura, la
ferita mai chiusa dei desaparecidos, i figli dell’Argentina, un
esercito di pensatori, intellettuali, liberi cittadini fatti sparire,
assassinati in segreto, torturati, perché dissidenti (se ne contano 30
mila).
Ecco che, proprio l’anno della crisi, il 2001, vide la gente scendere in piazza, senza leader o bandiere, per chiedere una sola
cosa: «!Que se vayan todos». A Rùa sono seguiti cinque presidenti, ma
la svolta positiva è arrivata con Néstor Kirchner nel 2003 e sua moglie
Cristina Fernández che, con una politica economica prudente ma
redistributiva, hanno fatto scendere gli indici di povertà e indigenza a
un quarto di quelli del 1990.
La
Nazione ha saldato i conti con Washington, in tempi record, nel 2005.
Dal 2003 il Paese cresce tra il 7 e il 10% l’anno. A sorprendere sono
le stesse previsioni del Fmi che prevedono per quest’anno un’Argentina
in crescita, seconda solo alla Cina.
Questa
risalita economica è stata favorita dall’aumento dei prezzi dell’export
agricolo all’arrivo, ma anche dalla Cina come partner economico. Degne
di nota sono le politiche innovative di integrazione latino-americana
adottate insieme a Brasile e Venezuela. Infatti, nel 2005 proprio la
collaborazione Kirchner-Lula ha fermato il sogno americano di un mercato
unico continentale, che avrebbe ridotto il Paese a un cantiere a basso
costo in cui gli Usa avrebbero potuto competere ad armi pari con la
Cina.
L’Argentina
è oggi un Paese all’avanguardia su più fronti, dai matrimoni
omosessuali, alla lotta contro i monopoli dell’informazione, alla tutela
dei diritti umani. Inoltre, memori della lezione di dieci anni fa,
molti beni sono stati rinazionalizzati per il bene comune, gli
investimenti in educazione sono passati dal 2 al 6.5% del Pil. A
confermare questi dati di crescita, ci sono poi i 200 mila argentini
che, dopo essere sbarcati in Italia, pieni di speranze per un futuro
migliore, nel giro di un decennio sono già tornati indietro.
Un piccolo pensiero prima di dormire
è una coccola leggera di zucchero filato
una dolce carezza ad un amore ferito
un sospiro innocente per un bacio non dato
Un piccolo pensiero prima di dormire
è un abbraccio discreto per chi ha perso un amico
una frase taciuta piena di contenuto
un messaggio segreto che va interpretato.
Un piccolo pensiero prima di dormire
è una goccia dell'anima che raggiunge la meta
una frase improvvisa che decanta il poeta
un momento di vita che mi congeda da voi
Lasciatemi osare
lodate i pensieri che prendono corpo
donate al mio istinto la vostra passione
stendete un tappeto al mio rosso fervore.
Lasciatemi osare
premiate il mio cielo e le sue sfumature
guardate lontano con gli occhi gaudenti
ponete fiducia nei miei mutamenti.
Lasciatemi osare
sono un uomo qualunque che guarda lontano
che non crede a coloro che san sempre ogni cosa
e ricerca nel dubbio il responso alla prosa.
Lasciatemi osare
tengo aperta la porta alle altrui iniziative
mi compiaccio sereno delle idee che verranno
e con questo congedo il mio io con un cenno.
"Quando
si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande
consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi
e intollerabili privilegi."
Questa frase, diventata storica, fu rilasciata da Enrico Berlinguer ad Eugenio Scalfari il 28 Luglio del 1981. Tralasciando ogni riferimento politico - non mi interessa - mi ha colpito di questo pensiero soprattutto l'ultima parte
"...la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi". Dico
questo perché negli ultimi tempi ho avuto la fortuna di interloquire con
numerose persone, numerosi di voi con cui parliamo di tante cose, del
libro, dei problemi di tutti i giorni, e la maggior parte di queste
persone, tanti di voi che state leggendo, sottolineano le preoccupazioni
economiche che stanno affrontando, e le ingiustizie percepite dalla
mancanza di equità sociale in materia fiscale. Questa frase mi pare
ancora attualissima, e forse, e ripeto e sottolineo, tralasciando i
connotati politici ma facendo leva sul buon senso, bisognerebbe ancora
tenerne conto con grande rispetto
Gli uomini veramente coraggiosi non hanno nessun bisogno di
battersi a duello, mentre molti vigliacchi duellano in continuazione per
farsi credere coraggiosi.
Il testo trascritto, per una migliore comprensione
L’umanità è stata abituata a credere solo in quello che riesce a capire con la logica.
Ma ciò che è impossibile per le leggi fisiche, è possibile per la legge Universale.
La legge Universale è la legge della nostra Energia.
Le potenzialità della legge Universale e quindi della nostra Energia, sono illimitate.
Spesso però accade che il potere della nostra Energia,venga offuscato o bloccato dall’energia negativa che ci teniamo dentro.
L’Energia, per esprimere appieno il suo potenziale, deve essere libera di fluire.
Per questo è necessario rimuovere i blocchi energetici.
Come si fa ?
Le emozioni negative non risolte, restano bloccate nel nostro campo energetico.
E’ qui che entra in gioco l’antico e magico segreto della Benedizione.
Benediresignifica letteralmenteDire Bene.
Il ruolo della Benedizione è quello di liberarci dalle nostre esperienze dolorose per lasciar scorrere l’Energia positiva.
La Benedizione non giudica nè giustifica l’accaduto, semplicemente lascia andar via l’evento negativo.
Affinchè la Benedizionerisulti efficace, deve essere espressa in tre punti.
La formula è semplice, antica, ma molto potente ed è questa…
Io benedico… (inserire il nome della persona che sta soffrendo o ha sofferto)
Io benedico… ( inserire il nome della persona che ha inflitto la sofferenza )
Io benedico…
( inserire il nome di chi è stato testimone dell’evento, o te stesso/a in quanto testimone )
E’ unantico segretoche apre molte porte…
Il punto più difficile è benedire chi ha causato la sofferenza, ma purtroppo è proprio quello che causa il blocco maggiore.
Ma qual’è la cosa migliore ?
Sbloccare la propria Energia o tenersi il dolore ?
La Benedizione è efficace in tutti i campi.
E’ un atto che aiuta la mente a rimanere focalizzata su un atteggiamento positivo, incrementando così l’ Energia personale.
Benedici tutto e tutti e l’Universo ti ricambierà inviando una Luce meravigliosa nella tua vita perchè..
Questo
è solo un romanzo, ma alla luce delle reazioni popolari ormai diffuse
in diversi punti del pianeta, vi chiedo: " Potrebbe essere che la dignità ha
riacquistato il posto che merita, e che i furbetti del quartierino ci
abbiano stufato con le loro insopportabili prepotenze e mediocrità?"
La sensazione di essere in una sorta di "ultima spiaggia" sta risvegliando le coscienze popolari. L'idea che questo sistema abbia fallito comincia a diffondersi sempre più marcatamente, e che la vera rivoluzione sarà la revisione della società a tutti i livelli.
Nel romanzo "La goccia e il filosofo" un giovane si trova a decidere se sposare il sistema così come lo ha trovato, con le sue bassezze, le mediocrità, le corruzioni, le pene che lo affliggono, o decidere di intraprendere una strada diversa.
Certo, questo è solo un romanzo, è un racconto, è tutto inventato mi si può obiettare. Ma i segnali che partono dai piccoli dettagli possono essere importanti. Pare che in questo momento, non ci sarà più nessuno delegato alla nostra salvezza di cittadini, se non noi stessi in prima persona, guidati solo e soltanto dalla crescente volontà di creare un mondo più umano ove vivere.
Nell'angolo dedicato a tutti coloro che sentono il richiamo verso qualcosa che va un pochino oltre le conoscenze e i credo attuali, vi propongo il meeting integrale di Gregg Braden. Dedicato a coloro che sono etichettati come strani o diversi...
Scrittori a processo Gli editori non difendono gli autori
Una liberatoria solleva le case editrici da ogni responsabilità
giuridica. L'autore dovrà sostenere le spese legali, oppure
autocensurarsi
vignetta tratta da Jrmorax.com
La proliferazione delle cause contro i libri, soprattutto d’inchiesta, ha incrinato il patto di solidarietà tra autore e editore. E sulla testa di chi scrive, in particolare per Mondadori, è caduta una clausola chiamata manleva.
Che solleva l’editore da ogni responsabilità: se un libro viene portato
alla sbarra sono cavoli dell’autore. Le spese processuali le deve
sostenere lui e anche quelle d’un eventuale risarcimento. Il che
equivale alla censura, protesta uno scrittore, sotto garanzia di
anonimato. « Come dire: stai attento a quel che scrivi. La clausola
viene imposta per tutte le sigle del gruppo ».
Ma le cose stanno davvero così? « Il problema – rivela un agente
letterario, sempre sotto garanzia di anonimato – ha origine con la discesa in campo di Berlusconi.
Da allora il numero di libri finiti in tribunale è cresciuto. Perché i
libri di inchiesta sono diventati uno strumento di riflessione civile
importante. Anche lo scontro tra Marina Berlusconi e Saviano è un
segnale in questo senso. Ha dimostrato che la famiglia è disposta a
autoinfliggersi una perdita pur di tutelarsi. In altre parole: un autore
non deve sentirsi protetto perché pubblica con loro. Noi agenti ci
siamo confrontati, facendo fronte comune per non accettare clausole di
questo tipo. Peraltro sono vessatorie e non è detto che siano valide ».
Ma è difficile immaginare uno scrittore che fa causa all’editore per
coinvolgerlo nella difesa. Il problema non concerne solo i libri
d’inchiesta ma anche i romanzi. Loriano Macchiavelli è stato processato per Strage,
edito da Rizzoli nel ‘ 90, che mischia fiction e realtà. Ha preso
spunto dall’attentato alla stazione di Bologna ed è stato denunciato da
un personaggio secondario del libro. L’unico cui non ha cambiato nome.
Chiamandosi Sergio Picciafuoco… Strage sparì dal commercio e non tornò neanche dopo l’assoluzione. Einaudi Stile Libero, dunque Mondadori, l’ha riproposto. Macchiavelli ha accettato di pubblicarlo solo con la garanzia che in caso di causa sarebbe stato tutelato. Il nome è stato tolto anche se Picciafuoco intanto è morto. Sai mai gli eredi.
« È giusto tutelarsi se un autore copia o usa materiale non affidabile – dice Lorenzo Fazio, editore di Chiarelettere,
dunque in prima linea sui libri d’inchiesta – ma per questo bastano i
normali contratti. Le clausole che sollevano da ogni responsabilità
invece non le approvo. La responsabilità va condivisa. L’editore firma
un libro pubblicandolo. Ma non vedo un disegno politico da parte di
Mondadori. Piuttosto una forma di tutela rispetto a richieste di
risarcimento sempre più esose. Se un imprenditore o un politico chiede
una cifra folle a scopo intimidatorio e poi tu vieni assolto dovrebbe
essere condannato a pagare una penale, come accade all’estero. Invece
qui si dividono le spese legali. Chiedere certe cifre è un modo per
limitare la libertà d’informazione e mi sembra urgente correre ai ripari
».
Qual è stato il risarcimento più alto che vi hanno chiesto? « La richiesta di 26 milioni da parte delle ferrovie per Fuori orario, di Claudio Gatti,
un libro con accuse molto forti ma documentatissimo ». Chi sono quelli
che hanno la denuncia facile? « Imprenditori, politici… Non tutti.
Berlusconi non fa causa e neanche Andreotti ».
In questo quadro scivoloso di accanimento legale nei confronti dei libri, gli avvocati sono editor aggiunti. I libri vengono vagliati per evitare denunce. « Ho accettato di pubblicare Il mondo deve sapere – dice Michela Murgia
– solo dopo la garanzia di essere coperta per le spese legali anche in
caso di condanna ». Ma non avevi già raccontato l’ambiente di lavoro
alla Kirby sul blog? « Si ma era anonimo. Ho dovuto garantire a Isbn che
tutto quello che raccontavo era vero. Un avvocato ha letto il libro e
mi ha consigliato di cambiare alcune cose. Per esempio togliere
l’espressione organizzazione del lavoro nazista e un nome reale ».
I profili legali della narrativa si allargano. I nomi veri sono da
evitare come la peste. « Esiste un diritto alla tutela della persona che
va rispettato – dice l’avvocato Alberto Mittone,
storico consulente Einaudi – e lasciare un nome reale espone a
conseguenze a meno che non si tratti d’una autobiografia. In una
trasmissione di Arbore c’era un personaggio che mandava messaggi da
sotto terra e si chiamava Giandomenico Pisapia, come il
giurista ». E padre del sindaco di Milano. « Dopo qualche puntata hanno
annunciato che cambiavano il nome ». Le cautele, spiega Mittone,
valgono anche per la docufiction o l’autofiction dove ci sono schegge di
realtà e altre di fantasia. I fatti accaduti come la strage di piazza
Fontana vanno ricostruiti correttamente anche se li inserisco in una
trama di fantasia, come succede nel romanzo di Alberto GarliniLa legge dell’odio.
E se c’è un riferimento a un personaggio reale, non basta dar conto
esattamente di una parte della sua vicenda processuale perché magari
viene assolto dopo l’uscita del libro ».
Dalla rubrica Saturno de "Il fatto quotidiano" del 1 febbraio 2012