La Sicilia in rivolta come nelle piazze arabe. La situazione è grave, non siamo mafiosi
A rendere la situazione ancora più incerta, la dichiarazione di oggi: “Sarà sciopero ad oltranza. Siamo pronti a tutto, anche ad usare la forza” hanno dichiarato gli autotrasportatori che presidiano i blocchi nell'ambito dello sciopero che passerà alla storia con il nome "Forza d'Urto". E la cosa oltre a preoccupare i cittadini siciliani, che sono stati i primi ad accusare il colpo del blocco totale, ha creato serio allarme nelle aziende che, già pesantemente colpite dalla crisi economica-finanziaria italiana e mondiale, minacciano la cassa integrazione per alcuni lavoratori.
Ma chi sono gli organizzatori dello sciopero?
Il movimento dei Forconi, attivo in tutta Italia e non solo, nasce circa sei mesi addietro dalla protesta profonda ma senza mezzi termini contro la classe politica e la gestione della res pubblica. Il movimento si dichiara fermamente apartitico e apolitico, e unisce oltre gli autotrasportatori che sono scesi in piazza contro il caro-benzina, disoccupati, famiglie e lavoratori, e anche giovani che con orgoglio mostrano la bandiera siciliana, come fosse quasi un talismano dal quale trarre forza e speranza.
Contro cosa manifestano?
Gli autotrasportatori sono scesi in piazza, in prima analisi contro il prezzo troppo alto della benzina che ormai sfiora le 2 euro a litro. Ma ciò che rende gravemente paradossale la situazione è che in Sicilia nei petrolchimici di Gela e Priolo la benzina si raffina quasi per l'intera nazione, ed è senza logica il fatto che la si debba pagare tanto quanto, se non di più, delle altre regioni italiane. Inoltre, il movimento manifesta contro la casta, che invece di curare gli interessi del popolo siciliano pensa solo al proprio interesse, contro la corruzione, contro un sistema generale che ha portato la Sicilia in ginocchio, sia a livello economico e finanziario che sociale.
La situazione è tesa e l’atmosfera si fa sempre più pesante sia per la condizione generale dell’isola, ma sopratutto a causa di quest’ennesimo blocco dell’economia regionale che sembra aver tolto l’ultimo spiraglio di luce per le aziende.
Ad accendere i toni della discussione sono arrivate anche le dichiarazioni rilasciate da Ivano Lo Bello, Presidente di Confindustria Sicilia, che preoccupato della già difficile situazione dell’industria siciliana, ha denunciato la presenza e la militanza all’interno del movimento di personaggi notoriamente mafiosi che stanno strumentalizzando il malcontento collettivo per scopi non proprio leciti.
Uno dei leader del Movimento, Martino Morsello al giornale Affaritaliani.it ha dichiarato: “Noi non ce ne andiamo. E’ una ribellione spontanea, le famiglie arrivano per conto loro per darci una mano” e poi sulle accuse mosse da Lo Bello, che della lotta alla mafia ne ha fatto una rivoluzione vera e propria, risponde “ho iniziato uno sciopero della fame per porre l’attenzione delle istituzioni su queste dichiarazioni. Io sono stato vittima degli usurai, altro che mafioso.”
Il quadro globale è veramente complesso e rischia di essere la miccia dalla quale potrebbe partire una vera rivolta popolare in tutta Italia, infatti anche il Movimento dei Forconi in Abruzzo hanno dichiarato solidarietà ai colleghi siciliani, manifestando l’intento di scendere in piazza.
Il movimento ha già dichiarato che anche se a mezzanotte scadono tutte le autorizzazioni per i blocchi, non intendono demordere, e invitano tutto il popolo siciliano a unirsi alla protesta.
Gaia Gerbino
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